TESTI (Lyrics) LA PARTE MIGLIORE

FIRE

Nella mano puoi trovare
tutta la mia storia,
tra le linee della gloria
e della vergogna,
fare un viaggio all’incontrario
dentro la memoria
dal momento della morte
fino alla cicogna.

Nella bocca puoi scovare
tutte le parole,
quelle che non ho mai detto,
forse per pudore,
le parole della rabbia
quelle dell’amore,
verba volant ed in gola
ogni suono muore.

Ahahahahah

Dentro gli occhi puoi cercare
gli ultimi pensieri,
nella dimensione logica
dello scompiglio;
sono anni che mio padre
non si fa vedere,
ora piange e dice a tutti
quanto gli somiglio.

Ahahahah

E mentre voi ballate
questa macabra danza
sono pronta a lasciare
in fretta questa stanza.
E mentre voi piangete
questa vita da poco,
io, al contrario rido
e presto sarò fuoco!

L’INDOVINO ISLANDESE

Cosa resta del mio cuore che si spezza,
tra le ombre che ricoprono il mio viso,
della tua più incontentabile carezza,
tra gli insulti dell’orgoglio
che richiamano il tuo riso?
Lascio il tempi ripiegarsi su se stesso,
dei vent’anni non so ancora fare a meno,
né dell’urlo di vendetta del mio sesso
che riecheggia all’improvviso
nel turgore del mio seno.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale lacrima mi venderai stanotte.

Cosa resta di un’aurora boreale,
dopo il vento che fa a gara col pensiero?
dentro il verde di una stanza di ospedale,
la tua voce allontanata,
la certezza che non c’ero.
Questo mare che mi coglie impreparata,
che mi blocca il passo in ogni direzione,
non indosso il mio sorriso da parata,
lascio a chi ne ha più bisogno
la mia unica finzione.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale lacrima mi venderai stanotte.

E del gesto che mi manca nello specchio
che mi restituisce uguale?
Io non posso indovinare
quale stella mi regalerai stanotte.

PRIMA DELL’ALBA

Chiedo perdono non ho saputo
esser né casa, né salvezza,
esser né canto né gentilezza,
ma amore viscoso come lo sputo.
E’ solo di notte che sbocci mio fiore
colto in un campo devastato,
respiro il tuo aroma desolato,
ma ciò che ti nutre si chiama dolore.

E come posso esser capace
di contenere quel grido che tace,
mentre col fuoco cancelli il mio nome
nella sua ultima definizione
tu bruci l’amore.

Chiedo perdono non ho saputo
tenere per mano la tristezza,
cambiare in gioia l’amarezza,
nutrirti d’amore con un imbuto.
Ma questa notte mio fiore gentile
non dare tutto per scontato
e tutto quello che ti ho dato
non trasformarlo in un anno di bile.

E come posso esser capace
di contenere quel grido che tace,
mentre col fuoco cancelli il mio nome
nella sua ultima definizione
tu bruci l’amore.
Ma come posso avere la forza
di contenere un bisogno che incalza,
mentre in un grido disperdo il tuo nome,
nella sua ultima definizione,
io perdo l’amore,
io perdo l’amore,
io perdo l’amore,
io perdo l’amore.

LA PARTE MIGLIORE

Non conosce il valore delle cose
E divide, lei divide,
è sempre roba da poco
che porta appresso,
crea, consuma, sorride,
crea, consuma, sorride.

La parte migliore,
La parte migliore
La parte migliore
La parte migliore del suo tempo,
la parte migliore delle sue energie,
la parte migliore del suo bene,
la parte migliore dei suoi beni.

Non ha la forza della tua mano,
non trattiene, non trattiene,
crede a quello che dice,
al sangue di ogni mese,
alla tua bocca quando viene.

Ha fame, si nutre di poesia,
ha sonno, riposa nella fantasia,
si specchia e ride nella faccia mia.

Non ascolta quello che le dico,
non comprende, non comprende,
perché seguo la corrente,
perché chino il capo,
lavoro, consumo, mi arrendo.

La parte migliore,
La parte migliore
La parte migliore
La parte migliore del suo tempo,
la parte migliore delle sue energie,
la parte migliore del suo bene,
la parte migliore dei suoi beni.

E ringrazio dal profondo de cuore
coloro che hanno radicato
così profondamente in me
la norma che la parte migliore
vada sempre lasciata agli altri.

DOROTHY

Somwhere over the rainbow…

Incontrarti questa sera in questo posto
è una cosa molto buffa,
e realizzo in un istante
la tua ubiquità
la definirei una truffa.
No, davvero, non per me
che da allora non ti ho più cercato
ma là fuori i tuoi seguaci
ti attribuiscono il creato.

E tu mi dici che la verità
è meno importante
di ogni passo dopo passo,
di ogni conto da pagare,
della mano da posare
sul capo di chi ti chiama,
del suono del nome a cui rispondi,
meno importante di ciò che nascondi.

E minacci sotto voce:
“Senti cara, non
ho tempo da sprecare!”
Ora scusami se rido,
la tua eternità
me lo spieghi quanto vale.
No, davvero, non per me
che poi infondo cerco un’altra direzione,
ma là fuori la tua gente,
si è ammazzata nel tuo nome.

E tu mi dici che la verità
è meno importante
di ogni passo dopo passo,
di ogni conto da pagare,
della mano da posare
sul capo di chi ti chiama,
del suono del nome a cui rispondi,
meno importante di ciò che nascondi.

Ora posi il tuo bicchiere,
non è il primo, dici
“Questa è una risorsa”.
l’Assoluto con
la voce che gli trema!
Dov’è tutta la tua forza?
No, davvero, non per me
che il coraggio prima o dopo l’ho trovato,
ma i tuoi figli sperano là fuori
in un posto che non c’è mai stato.

E tu mi dici che la verità
è meno importante
di ogni passo dopo passo,
di ogni conto da pagare,
della mano da posare
sul capo di chi ti chiama,
del suono del nome a cui rispondi,
meno importante di ciò che nascondi.

Somwhere over the rainbow,
Somwhere over the rainbow,
Somwhere over the rainbow,
Somwhere over the rainbow,
Somwhere over the rainbow….

E’ PRIMAVERA

E’ Primavera!

Mohammed ha dato fuoco alla protesta,
Ben Ali ha fatto fuoco sulla folla,
Cartagine è solo un ricordo nella testa.
Hammamet, Hammamet,
Hammamet, Hammamet,

Moubarak non ha nipoti minorenni
alle gare di burlesque di Berlusconi,
però stava già al potere da decenni.
I faraoni, i faraoni,
i faraoni, i faraoni.

E’ Primavera!

Il Rais accolto a Roma ed acclamato,
l’anno dopo Misurata è un cimitero,
interveniamo con le bombe della NATO.
Oro nero, oro nero,
oro nero, oro nero.

I Siriani che si oppongono al governo,
muoiono cambiando il nome di quest’era,
sulla strada per Damasco non è inverno,
è Primavera, è Primavera,
è Primavera, è Primavera.

E’ Primavera!
Svegliatevi bambine!

INSOMNIA

Fate la nanna coscine di pollo
che vostra mamma vi ha fatto un gonnello
e ve l’ha fatto piccino e rotondo,
fate la nanna coscine di pollo.

Fate la nanna coscine di pollo,
che madre Chiesa vi ha fatto il mantello
e ve l’ha fatto col senso di colpa
fate la nanna che il Cielo vi ascolta.

La finanza e la mafia non dormono mai,
come fate a dormire con questo rumore?
I potenti e politici restano svegli,
è l’insonnia, l’insonnia al potere.

La finanza e la mafia non dormono mai,
come fate a dormire con questo rumore?
I potenti e politici restano svegli,
è l’insonnia, l’insonnia al potere

Fate la nanna coscine di pollo
che mamma scuola vi ha fatto il cappello
e ve l’ha fatto di carta e di fumo,
fate la nanna che il giorno è lontano.

Fate la nanna coscine di pollo
che madre Italia vi ha fatto l’ombrello
e ve l’ha fatto col sangue e col piombo,
fate la nanna che il buio è profondo.

La finanza e la mafia non dormono mai,
come fate a dormire con questo rumore?
I potenti e politici restano svegli,
è l’insonnia, l’insonnia al potere.

La finanza e la mafia non dormono mai,
come fate a dormire con questo rumore?
I potenti e politici restano svegli,
è l’insonnia, l’insonnia al potere

MEDUSA

Resterò per diventare la tua casa,
mio amore di sensi e di idee,
perché con la tua pelle ho un debito
che si rinnova ad ogni bacio
e non posso andar lontano
per cantarti e non baciarti, se
le tue labbra esprimono il mio viaggio
nel modo più vero.
Dormirò nella curva del tuo collo,
mia luce bellissima dea,
perché nasce col tuo abbraccio un vincolo
che mi tiene legata
e che non potrò spezzare
per riprendere il cammino se
le tue mani sanno dare un senso
alla mia libertà.

Mi hanno detto non guardare la Medusa
dopo perderai ogni cosa, ogni scusa.
E la vita senza bellezza cos’è?
la mia vita senza bellezza cos’è?

Mi dirai se sei la fine del mio viaggio,
coraggio di voce e poesia,
perché di ogni ricerca l’esito
ha il suono antico del tuo nome
e non voglio questa volta perdermi,
ma difenderti e lottare, se
il tuo canto ha superato il limite
della mia fantasia.
Saprò che ogni amore lascia un segno,
disegno di stelle e maree,
perché svela, il tuo sorriso, un simbolo
di gesti e di passioni
che io non vorrò ignorare
né gettare nell’oblio, se
nei tuoi occhi è definito il termine
della mia nostalgia.

Mi hanno detto non guardare la Medusa
dopo perderai ogni cosa, ogni scusa.
e la vita senza bellezza cos’è?
e la vita senza i tuoi occhi cos’è?
e la vita senza bellezza cos’è?
e la vita senza bellezza cos’è?
…..

PUGNO DI MOSCHE

Tutt’ a un tratto è finita
Ed intorno nemmeno una voce,
neppure uno straccio di umanità
e nessuno che accende la luce
e nessuno che insulta il vicino,
nessun vecchio che piscia sul muro,
né auto, né spari, ne messe a suffragio,
nessuno che vende, che fotte, che piange.

Ma qualcosa mi ronza nel pugno,
ho qualcosa nel pugno.

Forse ero distratta,
ero assorta, ero sovrappensiero,
il mondo è finito un minuto fa
e non ho salutato nessuno,
e finiti i conflitti di sangue,
le campane, la ricreazione,
la sveglia, mia madre, la sanità,
anche i cuochi alla televisione.

Ma qualcosa mi ronza nel pugno,
ho qualcosa nel pugno.
Ma qualcosa mi ronza nel pugno,
ho qualcosa nel pugno.

Apro il pugno e una mosca
mi balla il flamenco,
una mosca mi guarda,
e mi balla il flamenco,
una mosca mi guarda,
e mi balla il flamenco.

E se fossi impazzita,
fossi vittima della mia mente,
la fine del mondo una fantasia,
fosse tutta al suo posto la gente.
E gli sbirri che picchiano duro,
il servizio civile, l’insonnia,
le rate, l’iPad, la sharia, il web,
la più morbida carta da culo.

Ma qualcosa mi ronza nel pugno,
ho qualcosa nel pugno.
Ma qualcosa mi ronza nel pugno,
ho qualcosa nel pugno.
Apro il pugno e una mosca
mi balla il flamenco,
una mosca mi guarda,
e mi balla il flamenco,
una mosca mi guarda,
e mi balla il flamenco.

EPOCHE’

Indossare la pelliccia
della Venere di Masoch,
questo è il mio regalo
quello che ti ho dato.
Essere la tartaruga
di un Achille ormai sdentato,
ti lanciavo stelle
tu le hai masticate.

E l’imperatore
perderà il suo regno,
non lo sa che il mondo è all’epoché.
Io non so più niente,
sento già il mio cuore
che si ferma.

Ospitare dentro il petto
emozioni quasi umane,
questo è il tuo regalo,
quello che mi hai dato.
E volerti stare accanto
fino all’ultimo respiro,
stare ancora insieme
prima che io vada.

E un profeta nuovo
grida dalla piazza,
non lo sa che il mondo è all’epoché
Io non so più niente,
sento solo il cuore che si ferma.

Ma tu stai piangendo
e mi stringi forte,
tu lo sai che il mondo è all’epochè
Io non so più niente sento solo il cuore
che si ferma.

Ed amarti così tanto,
sopportare questo male
stringimi ti prego
mentre me ne vado

Io ti stringo forte
Mentre sto piangendo,
tu lo sai che il mondo è all’epoché.
E non so più niente,
sento già il tuo cuore
che si ferma.